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IL POPOLO n. 41 del 31.10.2021

IL POPOLO

Apertura anno pastorale
Il Vescovo Giuseppe: “Il cammino sinodale è un percorso
di discernimento e di conversione, personale e comunitario”

Apertura anno pastorale

Il Vescovo Giuseppe: “Il cammino sinodale è un percorso

di discernimento e di conversione, personale e comunitario”


"Non dobbiamo mai dimenticarlo: il vero protagonista del nostro cammino sinodale è lo Spirito Santo e sarà solo la docilità ad esso a suggerirci cosa Dio vuole da noi e dalla sua Chiesa"


Domenica 17 ottobre, presso l’oratorio di San Pietro in Sclavons, si è celebrato un momento di preghiera per l’apertura dell’anno pastorale e - in comunione con la Chiesa Universale - anche l’apertura del cammino sinodale che per noi è cominciato lo scorso mese di aprile.

Durante il suo intervento, il vescovo Giuseppe, ha sottolineato come "il cammino sinodale è un percorso di discernimento e di conversione, personale e comunitario, che dovrebbe creare in ciascuno di noi, per la potenza dello Spirito Santo, forza e coraggio per attuare quei cambiamenti che vediamo necessari, anche se faticosi da attuare. Non dobbiamo mai dimenticarlo: il vero protagonista del nostro cammino sinodale è lo Spirito Santo e sarà solo la docilità ad esso a suggerirci cosa Dio vuole da noi e dalla sua Chiesa."

Iniziando il percorso sinodale il 9 e 10 ottobre 2021, papa Francesco ha chiesto alle comunità cristiane che camminano nel mondo, di incarnare e prendere sul serio lo stile di Dio che cammina nella storia, condividendo le vicende dell’umanità e divenire esperti nell’arte dell’incontro. Ecco perché, prosegue il vescovo: spetta a noi il compito di disporci all’ascolto, leggendo i segni dei tempi alla luce del cammino già compiuto. Molti sono i segni che ci dicono che è maturo il tempo per recuperare la sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa. Non c’è da inventare nulla di nuovo, perché il modello sinodale è della Chiesa apostolica e del primo millennio, ripreso dal Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium, che indica alla Chiesa la via della comunione, a immagine della comunione Trinitaria. In questa logica, la vita in Cristo non si manifesta anzitutto nella differenza delle funzioni e degli stati di vita, ma nella pari dignità di tutto il popolo di Dio. Accogliamo, allora, con serenità e con gioia l’invito ad essere popolo di Dio in cammino.

Tra i brani della Parola di Dio che la liturgia ha offerto a tutti i fedeli, il vescovo riprende At 15, il "Concilio di Gerusalemme" come esempio per il nostro cammino sinodale dove furono prese scelte importantissime, e ci mostra come la Chiesa, in forma collegiale prese in esame e risolse uno dei problemi più grandi che stava vivendo.

Nel cammino di discernimento è fondamentale cogliere nella vita delle persone, nelle vicende dell’umanità e della Chiesa l’iniziativa di Dio, potente anche se nascosta, che opera per la salvezza di tutti, nessuno escluso. Questo richiede buona capacità di ascolto paziente e attenzione lungimirante ai fatti, rileggendoli mediante l’ascolto orante e la comprensione della Parola di Dio.

Accogliamo l’invito della Chiesa a metterci in ascolto di tutti, senza paura e senza tentennamenti. Diamo il tempo necessario all’ascolto del mondo e dell’umanità, senza fretta, evitando risposte superficiali e artificiali, o risposte vecchie a problemi nuovi.

In quest’anno particolare di cammino sinodale, prendiamoci una pausa dai nostri ritmi, conteniamo per un po’ le ansie e le preoccupazioni pastorali e con gioia e passione fermiamoci ad ascoltare. Troviamo tempi e modi per metterci in ascolto di tutti, credenti e non credenti, persone o gruppi che vivono la vita della comunità ma anche quelli che sono presenti saltuariamente o non frequentano più il nostro mondo. Permettiamo a tutti quelli che lo desiderano, il confronto e il dialogo, senza chiusure e precomprensioni.

Per rendere ancora più fruibile il suo pensiero, il vescovo verso la fine del suo intervento lascia il linguaggio "ecclesiastichese" (come lui stesso lo ha definito) per usare un immagine nazional popolare televisiva nota a tutti, tratta dalla fortunata fiction Rai "Don Matteo", dove il protagonista nel presentarsi ai parrocchiani come nuovo parroco, usando le parole del suo predecessore dice: "Don Matteo, devi imparare ad ascoltare. Ed io sto ancora ad impararlo. Oggi andiamo tutti di fretta. Parliamo, parliamo, ma chi ascolta? E poi vogliamo, vogliamo troppe cose, come se fossimo alla ricerca di un tesoro nascosto che non riusciamo mai a trovare. E non ci accorgiamo che il vero tesoro siamo noi, io e voi".

Conclude Sua Ecc.za confidando un sogno: "Sognare significa affidare allo Spirito Santo la Chiesa. Lui la guida e la sorregge anche nei momenti più difficili della sua storia. Ecco il mio sogno: che il cammino sinodale che stiamo vivendo, renda la Chiesa di Concordia-Pordenone e le parrocchie e le unità pastorali capaci di rigenerare nelle persone che incontriamo, attraverso la nostra gioia, il nostro entusiasmo e la nostra fede, un’ardente attesa nei confronti del Vangelo e del Regno di Dio che è già iniziato ed è presente in mezzo a noi."

Alex Zappalà



la testimonianza

Il cammino come stile di lavoro e di vita


Per raccontare questi primi mesi di cammino con la segreteria generale dell’assemblea sinodale, vorrei ricorrere all’immagine a me molto cara di un’escursione in montagna. Mi è stata proposta, ci è stata proposta come meta una Chiesa diocesana rinnovata. Meta che al momento appare forse poco chiara nei dettagli, ma è sicuramente ben più di un desiderio, oserei dire un bisogno. Ecco allora che senza particolari attese o pretese ho scelto di mettermi in cammino… semplicemente con fiducia verso chi ha avuto questa intuizione e ciò che lo Spirito vorrà suggerirci.

Negli incontri di segreteria abbiamo dedicato questi primi mesi ai preparativi, provando a definire i giusti tempi, le opportune soste, individuando quell’equipaggiamento che fosse veramente utile e non di zavorra. Non sono certo mancate le fatiche nell’accostare pensieri e visioni diversi tra loro o gli ostacoli di quei dettagli che potevano sembrare solo sterili tecnicismi.

La speranza è che quante più persone possibili si sentano invitate e scelgano di alzarsi per provare a seguire quella che a prima vista sembra solo una debole traccia. Il camminare insieme sarà così una bella occasione di ascolto e confronto. Sarà tempo nel quale nessuno sarà lasciato indietro. Itinerario nel quale sicuramente non ci smarriremo perché se qualche segno può sfuggire a pochi, difficilmente potrà passare inosservato a molti. Luogo nel quale metteremo insieme le nostre piccole storie e le poche provviste per alimentare un bene grande che sarà per tutti.

Sono certo che con questo stile, con un po’ di coraggio, con altrettanta pazienza quella meta oggi poco chiara, un po’ misteriosa si farà sempre più prossima e si svelerà in tutta la sua bellezza. Non sarà un arrivo, ma invito a restare in cammino, ogni giorno … perché forse è proprio questa la vera meta.

Alex Coden



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